dodis.ch/45119 Der Vorsteher des Politischen Departementes, G. Mot ta, an den Präsidenten des Tessiner Staatsrates, G. Cat tori
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Mi sono permesso ieri di richiamare - per telefono - la Sua attenzione sulla violenza straordinaria delle pubblicazioni di questi giorni, nel giornale Libera Stampa, contro il Governo italiano e il suo Présidente. Le ho fatto sapere che il ministro d’Italia a Berna, sig. Garbasso, si era intrattenuto di tali articoli col mio collega, capo del Dipartimento di Giustizia e Polizia, e che questi mi aveva pregato di partecipare al Governo cantonale Pimpressione penosa prodotta in lui dagli articoli intemperanti suaccennati.
Non posso prevedere per ora se il Governo italiano domanderà che gli oltraggi contro di lui siano perseguiti nelle vie penali. Per ragioni molto ovvie il Consiglio federale deve desiderare che il Governo italiano si astenga da una simile domanda. Ma ciô che rende la posizione particolarmente delicata è il fatto che fra gli scrittori di Libera Stampa v’è Pex-deputato signor Angelo Tonello il quale, nella sua qualità di profugo politico, viola manifestamente i doveri inerenti all’ospitalità ehe la Svizzera gli accorda servendosi di taie ospitalità per svolgere un’attività politica incompatibile con la sua posizione di profugo.
L’ultimo articolo di Libera Stampa (236) è ancora più intemperante. Col pretesto di citare ordini del giorno votati e articoli scritti in Francia, il giornale continua la sua campagna.
Intanto è riunita a Locarno una conferenza internazionale a cui partecipa anche l’Italia e non è neppure escluso ehe il Présidente Mussolini vi intervenga.
Mi rivolgo a Lei, onorevole signor Présidente, perché trovi modo (o convocando uno dei redattori di Libera Stampa o in altro modo) d’intervenire prontamente ad impedire ehe la campagna di cui si tratta venga continuata.
Non parmi ehe possa essere invocata a giustificare queste polemiche la liberté di stampa. La sicurezza dello Stato sovrasta ad ogni altra massima e considerazione.
Il Consiglio federale non puô tollerare che le violenze verbali di un giornale rechino aile relazioni fra l’Italia e la Confederazione un grave turbamento.
Non ho bisogno d’insistere, poichè la ragione ehe mi spinge a scriverLe è troppo evidente.