Langue: italien
2006
La presenza svizzera a Napoli nella storia, nell'economia, nella cultura e nell'arte dal Quattrocento ad oggi. - Lugano : : Edizioni Ticino Management,, 2006
Référence bibliographique (Bib)
Préface de Claude Duvoisin (Consul général de Suisse à Naples),
Editée par le Consul général de Suisse à Naples et Patrocinio, Comune di Napoli.
SOMMARIO:
- Napoli: l'Eden del Sud. Gli Svizzeri a Napoli: storia di una presenza di oltre due secoli (di Tindaro Gatani), pp. 8ss.
- I reggimenti svizzeri nel Regno di Napoli I mercenari fedeli ai Borboni (di Glauco Angeletti), pp. 18ss.
- Gli Svizzeri nella Napoli dell¿Ottocento. Tratti a numeri di una presenza (di Marco Rovinello), p. 28 ss.
- Viaggio nella memoria. Il contributo delle famiglie svizzere allo sviluppo del Regno delle due Sicilie (di Nicola Forte), pp. 36ss.
- Dai campi di battaglia. agli scavi archeologici. La storia della famiglia Item (di Ettore Item), pp. 40 ss.
- La famiglia Meuricoffre. Banchieri svizzeri a Napoli (di Elio Capriati), pp. 50 ss.
- L'industria cotoniera degli svizzeri nel Salernitano. Dagli esordi della rivoluzione industriale al dopoguerra (di Silvio de Majo), pp. 58.
- Adolf Mauke e gli architetti delle fabbriche svizzere in Campania. Un percorso di archeologia industriale (di Roberto Parisi), pp. 68ss.
- Roberto Wenner. Un capitano d'industria svizzero-napoletano (di Dario Robbiani), pp. 74 ss.
- Napoli vista dal ginevrino Orazio Benedetto De Saussure. Testimonianze di un `Grand Tourist' d'eccezione (di Tindaro Gatani) pp. 90ss.
- Galeazzo Caracciolo. Un napoletano alla «corte» di Calvino a Ginevra (di Tindaro Gatani), pp. 90ss
- La scuola Svizzera. Napoli dalle origini ad oggi (di Enrico Von Arx), pp. 94 ss.
- Gli Svizzeri a Napoli ieri e oggi. Soria di una comunità (di Massimo Vicinanza), pp. 98.
- Il Giano di Napoli di Adrian Wolfgang Martin. «La più consapevole prova d'amore per la città» (di Tindaro Gatani), pp. 104.
- Un Ticinese a Castel Nuovo. Domenico Gagini da Bissone, scultore a Napoli sotto Alfonso d'Aragona (di Giorgio Mollisi), pp. 108 ss.
- L'Ingegnere maggiore del regno. Domenico Fontana e il Palazzo reale di Napoli (di Leros Pittoni), pp. 118ss.
- Pietro Bianchi e la chiesa di San Francesco di Paola a Napoli (di Sergio Villari), pp. 124 ss.

Editoriale - Napoli per noi
Napoli per noi

Quando Theodor Von Wittel dal Canton Berna, giunto a Napoli come tecnico ferroviario, dopo aver sposato la figlia di un pastaio, Rosetta Inzerillo, entrò nell'azienda del suocero e la sviluppò fortemente nella produzione di maccheroni, forse non si rese neppure conto della geniale mossa di marketing che fece naturalizzando il suo nome in Voiello nel 1879. Probabilmente i maccheroni Von Wittel non sarebbero andati lontano, mentre la pasta Voiello è diventata uno dei 'simboli' della Napoli culinaria. Von Wittel, come tanti altri, appartiene ad un tempo in cui l'emigrazione aveva anche la direzione nordsud. Di questo tempo troppo spesso ci si dimentica, anche se non si tratta poi un passato così lontano. Se nel Novecento tanti Italiani del Sud videro nella Svizzera il miraggio di una vita economicamente migliore, nel secolo precedente il Meridione d'Italia rappresentò un vero e proprio Eden per tanti Svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla loro qualità di vita. Centro di principale attrazione: Napoli, verso cui, ad ondate, tanti Svizzeri, soprattutto Svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali, emigrarono con diversi obiettivi personali, ma tutti spinti dalle prospettive di lavoro che questa terra offriva loro, al punto che, verso la metà dell'Ottocento, nella capitale del Regno delle Due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere. La prima ondata migratoria avviene nella seconda metà del Settecento, quando alcuni mercenari elvetici si misero al soldo dei Borboni, primi di una lunga serie di militari, che dall'inizio dell'Ottocento andarono a costituire le milizie scelte dei sovrani del Regno delle Due Sicilie e che a loro furono fedeli fino alla fine. Ma contemporaneamente e parallelamente iniziava un'altra 'filiera migratoria', quella di tipo puramente
economico, che portò intere famiglie svizzere a occupare -come imprenditori, ma anche come forza lavoro- interi comparti economici della zona, dalle industrie (soprattutto tessili) alle banche, dall¿hôtellerie al commercio. E, insieme a questi, non si può dimenticare la schiera di artisti, intellettuali e scrittori elvetici, che, al seguito dei loro connazionali, si recarono a Napoli e ne fecero fonte di ispirazione della loro opera fin dalla metà del Quattrocento, al punto che tre edifici simbolo della città, come il Palazzo Reale, il Maschio Angioino e la chiesa di San Francesco da Paola, sono opera di architetti della Svizzera italiana. Quest'ondata migratoria, per diverse ragioni, continuò per tutto l'Ottocento, per affievolirsi e ridimensionarsi solo nella prima metà del Novecento. Ancora oggi a Napoli vive un'ampia comunità svizzera, in parte discendente degli emigranti ottocenteschi. Con il presente numero di Arte & storia, interamente dedicato alla presenza svizzera a Napoli, l¿editoriale Ticino Management di Lugano prosegue nel solco di una tradizione già inaugurata con i numeri dedicati a Genova (20) e a Milano (22), con lo scopo di mettere in luce le importanti relazioni che tante città italiane hanno avuto con la storia nazionale elvetica. Un'operazione, che, oltre ad avere motivazioni culturali, rappresenta per noi un messaggio a favore della comprensione reciproca tra popoli, che la storia, con la sua autorevolezza e la sua obiettività, permette di far passare meglio di tanti appelli teorici.
Per la realizzazione di questo numero un ringraziamento particolare va ad Ettore Item, avvocato e notaio a Lugano, `svizzero-napoletano¿, rientrato nel paese natale della sua famiglia, primo ideatore di questo lavoro; al sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, e al Console Generale di Svizzera a Napoli, Claude Duvosin, per tutto il supporto che ci hanno fornito in loco; e, ultimi, ma non per importanza, a tutti gli autori, che hanno contribuito con i loro articoli ad offrire un quadro molto esaustivo della tematica.

Valerio De Giorgi


Napoli: l'Eden del Sud
Gli Svizzeri a Napoli: storia di una presenza di oltre due secoli

Negli ultimi decenni del XVIII secolo, furono per primi i mercenari svizzeri, di ritorno dal servizio sotto i Borboni, a far conoscere ai loro compatrioti le bellezze naturali dell'Italia meridionale e della Sicilia. Nei loro diari, nelle loro lettere, spesso anche nei loro disegni e nei loro dipinti, vengono fuori scene pittoresche, quadri di campagne ubertose, visioni di spiagge romantiche, panorami ridenti, ma anche la povertà della popolazione, l'arretratezza delle vie di comunicazione, la mancanza di organizzazioni commerciali e di industrie.
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