dodis.ch/42153
Der päpstliche Nuntius in
Paris,
W. Czacki, an den österreichisch-ungarischen Gesandten in Bern, M. von Ottenfels, zuhanden von Bundespräsident
E. Welti1
Copia Confidenziale
Parigi, 3 aprile 1880
Conforme a quanto ebbi già il piacere di far noto all’Eccellenza Vostra per mezzo dell’ultima mia, non mancai di trasmettere a Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinal Nina Segretario di Stato di Sua Santità l’importante lettera2 ch’Ella Si compiacque di dirigermi intorno agli affari religiosi di cotesto paese.
Il prelodato Eminentissimo riservandosi di darmi in seguito precise e concrete istruzioni sull’argomento, mi fa ora conoscere ehe Sua Santità ha provato una non comune sodisfazione nel udire com’Ella seguiti, Signor Barone, con tanto zelo ed intelligenza ad impiegare l’opera sua a vantaggio délia buona causa e cooperi colle Sue operose cure a ricondurre la pace e la tranquillité di coscienza nell’animo di coteste cattoliche popolazioni. Mi commette quindi di ringraziarla nell’augusto nome di Sua Santità per tutto cio ch’Ella va facendo e farà in seguito pel conseguimento di questo nobile scopo.
Facendosi poi a parlare delle notizie da Lei trasmesse intorno ai tentativi fatti nei Cantoni dissidenti per comporre le insorte discordie, rileva con dispiacere ehe il partito radicale non voglia aver più a ehe fare in alcun modo col Vescovo di Basilea, il quale ha si strenuamente difeso in questo lungo periodo di lotta, i diritti e la libertà délia Chiesa. Quest’awersione è tanto più dolorosa, rifletto l’Eminentissimo Segretario di Stato, in quanto che si trova eziandio negli Uomini del Governo Federate i quali sebbene nutrano il desiderio di componimento e di pace, pur nondimeno non sembrano voler recedere dall’antico proposito di toglier di mezzo il pio e fermo campione délia Chiesa, Monsignor Lâchât. Infatti a questo punto culminante fanno capo le varie ipotesi ch’Ella accenna, Signor Barone, come atto a comporre le cose di Basilea, e che il S. Padre si riserva di esaminare con maturità ed attenzione prima di prendere un qualsiasi provvedimento che possa condurre ad un risultato più concreto. In questo intervallo di tempo perö l’Eminentissimo Segretario di Stato non potendosi rassegnare all’idea che venga escluso definitivamente il progetto di un ausiliare bramerebbe che l’Eccellenza Vostra con quella abilità e prudenza che tanto La distingue, lo proponesse nuovamente agli Uomini del Governo facendo loro riflettere che l’elezione di un ausiliare che reggesse i cinque cantoni dissidenti senza alcuna dipendenza da Monsignor Lachat porrebbe gli awersarii di questo Prelato nella situazione stessa da loro desiderata, vale a dire di non avere più alcun rapporto col medesimo, che rimarrebbe a governare i soli due Cantoni rimastigli fedeli. Cosi pure l’Eminentissimo Cardinal Nina Le sarebbe ben riconoscente s’Ella volesse fare opportune indagini a fin di conoscere, se convenendo sulla base di un pacifico componimento per gli affari di Basilea si potesse sperare che sarebbe ben ricevuta una persona che fosse dalla S. Sede colà inviata per trattare del modo di ristabilire relazioni amichevoli fra la medesima ed il Governo della Confederazione Elvetica.
E questa la mente dell’Eminentissimo Segretario di Stato ch’io mi affretto a communicare all’Eccellenza Vostra ond’Ella che a incominciato si bene l’ardua missione, la conduca colla sua ben nota attività e penetrazione sino al suo compimento. Ella ha dimostrato sino all’evidenza nell’accuratissima sua lettera ehe questo è il momento più adatto per arrivare alla pacificazione e che per conseguenza non bisogna lasciarsi isfuggire un’opportunità ehe non sarebbe per ripresentarsi cosi facilmente.